giovedì 1 febbraio 2018

IL BAMBINO, LA TEMPERANZA E LA SOBRIETÀ

Siamo vicini al periodo della Quaresima ed il richiamo a vivere le virtù si rivela quanto mai attuale per prepararci a festeggiare la Pasqua. Il concetto di virtù sembra essere considerato superato in questa società così distratta, confusa ed affannata a raggiungere obiettivi certamente non prioritari per il bene di ciascuno, tesa nella gara a possedere ed a consumare nonostante l’attuale crisi, ma è indispensabile agire con criteri diversi.

La tecnologia sempre più spinta, con strumenti innovativi che si affacciano sul mercato in modo affascinante e pressante, il timore di non essere sufficientemente aggiornati e di non poterne fornire adeguato beneficio ai figli, rende gli adulti ansiosi, frustrati e alla fine poco “godibili” da parte di quei figli per i quali stanno facendo tanti sacrifici.

Intanto per intenderci il desiderio naturale di essere veramente liberi coincide con la capacità di vivere le virtù. Ai bambini occorre comunicarlo, darne testimonianza sin da quando sono piccoli: vincere il male, vivere le virtù, ci rende umanamente felici perché liberi. Il catechismo della dottrina cattolica ce lo spiega in modo chiaro: “la virtù è una disposizione abituale a fare il bene”. L’educazione della Persona, che deve iniziare dalla nascita, deve portare ad acquisire le virtù che aiutano a perseverare nel bene, a forgiare il carattere, a praticare il bene spontaneamente.

Virtù significa: capacità, pregio, valore, moralità.

Con l’avvicinarsi della Quaresima cercare di vivere la temperanza e la sobrietà può sensibilizzare i bambini, ad affrontare questo periodo in modo più consapevole e fruttuoso. Naturalmente le virtù non sono frutti stagionali da cogliere e poi dimenticare, ma il loro esercizio aiuta l’anima di ciascuno ad essere sempre in sintonia, sempre più preparata a stare vicino a Gesù e questo i bambini lo colgono con entusiasmo se noi adulti sappiamo proporlo. E’ così che il mondo può cambiare in meglio!

Spieghiamo loro che la temperanza è la capacità di riconoscere ciò che ci serve davvero. Gli educatori devono aiutare i bambini a limitare le loro pretese, a vivere rispettando delle regole, a fare delle piccole rinunce. Naturalmente dovremo in modo coerente darne l’esempio, favorendo l’emergere della parte migliore di noi stessi.

Un esempio per tutti riguarderà il modo di alimentarsi. Gli adulti sono spesso in ansia perché temono che i piccoli non si alimentino in modo sufficiente. Come può avere senso parlare di temperanza? E’ chiaro. Insieme ai figli limitare l’uso di merendine, di snaks, di dolciumi, di bevande zuccherine, di fuori pasto in generale. Un modo accessibile a tutti di vivere la virtù della temperanza subito, a beneficio dell’anima e della salute per tutta la vita.

Lo stile di vita riguarda la quotidianità di ciascuno di noi nella sfera privata e nella vita sociale. Certamente non coincide con l’attuale filosofia dell’usa e getta. Qui le convinzioni e le azioni devono coesistere in una sinergia che coinvolga anche il modus vivendi del bambino.

La temperanza cammina di pari passo con la sobrietà che porta a pensare all’altro, a non sprecare, a condividere, ad interiorizzare il senso del limite. La sobrietà è una virtù squisitamente cristiana che è fondamentale per vivere altre virtù.

La nostra società è intrisa, inondata di consumi, di cose materiali a disposizione in quantità oppressive, con bisogni indotti da interessi diversi e pilotati opportunamente a danno dei soggetti e delle collettività. La persona sobria è equilibrata, misurata, sorridente, serena con a disposizione l’indispensabile ed è anche preparata a fare i conti con le ristrettezze.

Nel mondo di oggi i nostri bambini sono bombardati di cose, di offerte stuzzicanti, di giocattoli che poi vengono anche trascurati e dimenticati, di tecnologia spesso limitante per lo sviluppo e l’uso dei cinque sensi, ma che generano desideri, capricci, bisogno di altro ancora, che rendono i bambini incontentabili.

II comprare ed il possedere senza quasi avere il tempo di desiderare, si presentano come una manifestazione di potere e infatti il bambino che respira questo stile di vita cresce prepotente. L’uomo diventa schiavo delle cose, dominato dall’impulso di possedere, senza riuscire ad essere felice perché il possesso non basta per essere felici.

I bambini sono considerati dal mercato un importantissimo target di consumatori verso i quali non si ha nessun rispetto, Si dimentica che essi hanno soprattutto bisogno del tempo, dell’attenzione, di essere ascoltati e “contenuti” nei loro desideri da parte delle persone più care in cui hanno fiducia.

I bambini più felici sono quelli che hanno il necessario, dato loro con amore; sono quelli che non devono sciupare ciò che possiedono e che possono ancora desiderare una cosa ed aspettare l’occasione adatta per riceverla. I genitori devono difendere i propri figli anche dalle persone più care che non si comportano nel rispetto di questi criteri.

Ho letto in un articolo che la sobrietà offre gli occhiali giusti per leggere la realtà: è indispensabile regalarne subito un paio ai nostri bambini!

Tratto da amicidinet.it
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