“Siamo perdonati per perdonare, riceviamo amore per essere amabili, ci viene donata misericordia per donarla integralmente. Il Vangelo non contempla la reciprocità, piaccia o no”. Certo, “chi perdona è destinato a essere un perdente. Come Cristo…”.
“Perdonami, perché sia capace di perdonare”.
Offrire misericordia “interrompe inevitabilmente la catena dell’odio, chi non perdona diventa corresponsabile del cumulo di male che c’è nel mondo. La mancanza di pace è la somma di tutte le nostre incapacità di offrire perdono. Se non mi riconcilio con l’altro, è inutile che mi scandalizzi per i diritti umani negati”.
Ma come si impara a farlo? “Consegnate le chiavi della vostra vita a Cristo. Siamo in un mondo di ladri di chiavi, quelli che ci rubano l’anima e il Vangelo sostituendolo con il nulla”. Per questo al Signore va domandato di “scardinare le nostre porte blindate, quelle dei peccati che reputo imperdonabili, delle facili autoassoluzioni, della dogana che decide chi far passare e chi no, della cattedra dalla quale pensiamo di insegnare e disporre…”.
estratti della catechesi di mons. Pietro Santoro, vescovo di Avezzano
28 luglio 2016 a Raciborowice in occasione della GMG 2016