Davanti a tanti fatti drammatici che accadono intorno a noi, siamo chiamati a “dare consistenza vera al messaggio cristiano. Le frasi in libertà più o meno pie non servono a nulla”. Per fare ciò bisogna poggiarsi su “un progetto di vita e quello dei cristiani è la misericordia, vale a dire avere un cuore piegato verso il misero. Ogni giorno”.
“Vuol dire guardare dove il mondo di oggi ha bisogno di questo ‘eccesso di amore’ che è la misericordia. Le scelte di un credente vanno fatte così. Un giorno senza misericordia è un giorno perduto, fuori dalla storia di Dio”.
“Non bisogna cadere vittime dei luoghi comuni. Non autoflagelliamoci inutilmente. Nelle nostre chiese c’è gente splendida. Non è vero che tutto il marcio sta dentro e la bellezza fuori”. Ciò non vuol dire “chiudere gli occhi davanti a ciò che non va. Noi cristiani non siamo la combriccola dei salvati. Siamo gente in cammino verso la salvezza. Solo gli arroganti e gli spiriti sazi sono convinti di non avere bisogno di uno sguardo di misericordia”.
“I cristiani non sono operai generici ma lavorano su un progetto di vita per 365 giorno l’anno, la misericordia”. Ma guai a contare solo sulle proprie forze, “devo pregare, se non prego non vado da nessuna parte. Sta qui l’importanza della direzione spirituale utile a conoscere i problemi, accompagnare, discernere e integrare le fragilità”.
estratti della catechesi di mons. Nunzio Galantino
segretario generale della Conferenza episcopale italiana
28 luglio 2016 a Klaj in occasione della GMG 2016
28 luglio 2016 a Klaj in occasione della GMG 2016