“Non siamo noi la misura della misericordia, ma Dio, che ci ama come siamo. Non è un’opinione, è un fatto, che sta appeso su una croce e si chiama Gesù. Dipende tutto dal suo amore, non dalla mia capacità di amare”.
“È la follia che torna a lacerare l’umanità. [...] Ma se l’uomo è così indegno, come può avere un futuro? Se guardo me stesso, non c’è speranza. Se guardo Dio in croce, vedo la certezza di un amore che si è consumato per tutti, senza distinguere”.
“Tutto dipende dalla nostra reale volontà di uscire da noi stessi, come il samaritano. Chi è il mio prossimo? Le ragioni umanitarie non bastano ad abbracciare chi non sembra meritare il mio interessamento. Non sono io: è Dio. È solo lui che sa come si amano gli altri, solo lui ce lo può rivelare, perché la filiazione nei suoi confronti diventi fraternità”.
estratti della catechesi del card. Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze
28 luglio 2016 a Kliny-Zacisze in occasione della GMG 2016