lunedì 23 ottobre 2017

MESSALE SERAFICO

SAN GIOVANNI da CAPESTRANO

Era nato a Capestrano, vicino l’Aquila, nel 1386, da un barone tedesco, ma da madre abruzzese, ed il biondo incrocio tra il cavaliere tedesco e la fanciulla abruzzese veniva chiamato "Giantudesco".

Studente a Perugia, si laureò e divenne ottimo giurista, tanto che Ladislao di Durazzo lo fece governatore di quella città. Ma da Perugia si vedeva, sul fianco del Subasio, la rosea nuvola di Assisi, e Giantudesco, caduto prigioniero dei Malaspina, meditò in carcere sulla vanità del mondo, come aveva già fatto il giovane San Francesco.

Non volle perciò tornare alla vita mondana ed uscito di carcere si fece legare dalla corda francescana, entrando nell’Ordine, dove San Bernardino propugnava, nel nome di Gesù, la riforma della cosiddetta "osservanza".

giovedì 19 ottobre 2017

MESSALE SERAFICO

SAN PIETRO d’ALCANTARA

Pietro era nato ad Alcantara, piccola città dell’Estremadura, ai confini con il Portogallo, nel 1499. A sedici anni prese l’abito di San Francesco e per tutta la vita volle riportare l’Ordine al rigore della prima Regola.

Cercava di dare l’esempio della più severa penitenza e della più dura povertà. Non meraviglia se incontrò in molti confratelli un’accanita resistenza. Non tutti avevano la sua tempra di penitente.

Un giorno andò a trovarlo un religioso di un altro Ordine. Lo trovò dentro una grotta nell’orto, nudo, con addosso il solo mantelletto. "Come mai siete vestito così poco decentemente?", gli chiese l’ospite. Il Santo si scusò: "Oh, padre mio, leggete il Vangelo. C’è scritto di avere soltanto una tunica. Ho lavato la mia pochi momenti fa, e l’ho stesa su quella pietra. Appena sarà un po’ asciugata me la rimetterò addosso".

lunedì 16 ottobre 2017

Agenda

NOVEMBRE 2017 

Mercoledì 15 novembre 2017
14° Anniversario di Professione di Daniele

Domenica 19 novembre 2017
II Incontro di formazione con Padre Pietro 

Sabato 25 e Domenica 26 novembre 2017
II edizione Fiera del libro Francescano durante le S. Messe




Nota_1: La vignetta che rappresenta il mese proviene dal sito http://papale-papale.it/2012/ottobre/1/francesco.html

Nota_2: Tutto il calendario aggiornato lo puoi trovare sulla PAGINA Calendario

mercoledì 4 ottobre 2017

MESSALE SERAFICO

SANTO PADRE NOSTRO FRANCESCO

Convertitosi a Cristo da una giovinezza gaudente e spensierata, Francesco prende alla lettera le parole dei Vangelo e fa della sua vita una imitazione di Gesù povero e tutto proteso a compiere la volontà del Padre. In una conformazione e trasformazione tale che « da Cristo prese l’ultimo sigillo », come dice Dante (Paradiso, 11, v.107): « portare le stigmate della Passione nel suo corpo » (cf Gal 6,17). Francesco si allontana dall’antica e tradizionale concezione della vita monastica.

Egli crea una « fraternità »; i grandi ordini francescani che da lui hanno origine — Minori, Conventuali, Cappuccini — trovano in Francesco più che una regola, uno stile di vita. La forma di santità vissuta da Francesco si è diffusa nel mondo attraverso il Terz’Ordine e unisce tutti coloro che pongono lo spirito al di sopra della lettera e l’amore prima della giustizia. La sua azione missionaria, la predicazione evangelica di pace e bene sono andate al cuore dei popoli e delle classi sociali spesso in lotta fra loro.

domenica 1 ottobre 2017

BEATI I POVERI IN SPIRITO

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

La liturgia ci fa meditare sulle Beatitudini (cfr Mt 5,1-12a), che aprono il grande discorso detto “della montagna”, la “magna charta” del Nuovo Testamento. Gesù manifesta la volontà di Dio di condurre gli uomini alla felicità. Questo messaggio era già presente nella predicazione dei profeti: Dio è vicino ai poveri e agli oppressi e li libera da quanti li maltrattano. Ma in questa sua predicazione Gesù segue una strada particolare: comincia con il termine «beati», cioè felici; prosegue con l’indicazione della condizione per essere tali; e conclude facendo una promessa. Il motivo della beatitudine, cioè della felicità, non sta nella condizione richiesta – per esempio, «poveri in spirito», «afflitti», «affamati di giustizia», «perseguitati»... – ma nella successiva promessa, da accogliere con fede come dono di Dio. Si parte dalla condizione di disagio per aprirsi al dono di Dio e accedere al mondo nuovo, il «regno» annunciato da Gesù. Non è un meccanismo automatico, questo, ma un cammino di vita al seguito del Signore, per cui la realtà di disagio e di afflizione viene vista in una prospettiva nuova e sperimentata secondo la conversione che si attua. Non si è beati se non si è convertiti, in grado di apprezzare e vivere i doni di Dio.

Mi soffermo sulla prima beatitudine: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli» (v. 4). Il povero in spirito è colui che ha assunto i sentimenti e l’atteggiamento di quei poveri che nella loro condizione non si ribellano, ma sanno essere umili, docili, disponibili alla grazia di Dio. La felicità dei poveri – dei poveri in spirito – ha una duplice dimensione: nei confronti dei beni e nei confronti di Dio. Riguardo ai beni, ai beni materiali, questa povertà in spirito è sobrietà: non necessariamente rinuncia, ma capacità di gustare l’essenziale, di condivisione; capacità di rinnovare ogni giorno lo stupore per la bontà delle cose, senza appesantirsi nell’opacità della consumazione vorace. Più ho, più voglio; più ho, più voglio: questa è la consumazione vorace. E questo uccide l’anima. E l’uomo o la donna che fanno questo, che hanno questo atteggiamento “più ho, più voglio”, non sono felici e non arriveranno alla felicità. Nei confronti di Dio è lode e riconoscimento che il mondo è benedizione e che alla sua origine sta l’amore creatore del Padre. Ma è anche apertura a Lui, docilità alla sua signoria: è Lui, il Signore, è Lui il Grande, non io sono grande perché ho tante cose! E’ Lui: Lui che ha voluto il mondo per tutti gli uomini e l’ha voluto perché gli uomini fossero felici.
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