“Anzitutto dobbiamo cominciare a chiedere a noi stessi l'obbiettivo della nostra vita. Nessun altro potrebbe darci il senso della nostra vita senza forzarci nella libertà. Dopo aver ascoltato noi stessi, dobbiamo capire se i nostri desideri sono autentici. Occorre quindi connettersi con Gesù, che ci vuole veramente bene, ci lascia liberi e ci lascia andare”.
“Siamo sicuri che tutta questa tecnologia ci fa veramente connetterci su noi stessi? Siamo sicuri che ci fa chiedere a noi stessi cosa vogliamo veramente? Per comprendervi, cominciate a chiedere aiuto alla parte più profonda di voi stessi, alle vostre emozioni, alle paure che avete. Dobbiamo imparare a leggerci dentro, riscoprendo che Dio non può volere il nostro bene senza di noi. L’uomo è una montagna che Dio non potrebbe mai scalare senza di noi”.
Quando una preghiera ci sembra che non viene esaudita “Rischiamo di rimanere delusi da Dio, ma nella preghiera del Padre Nostro ci viene detto che egli è Padre e sappiamo che ci viene data la sua paternità e la nostra dignità di essere figli. È Padre fino in fondo. Allora preghiamo non per avere delle cose, ma la sua Parola. Pensiamo ad Auschwitz, alla preghiera di san Massimiliano Kolbe e di Edith Stein: si sono fidati semplicemente di Dio. Nonostante le atrocità del mondo, Dio non cessa di donarci la sua Parola, perché la sua paternità è immensa”
estratti della catechesi di mons. Luigi Renna, vescovo di Cerignola-Ascoli Satriano
29 luglio 2016 a Cracovia in occasione della GMG 2016